NdP. Homilía embargada en la toma de posesión de Santa María en Trastévere


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Homilía embargada del cardenal Osoro en la toma de posesión de Santa María en Trastévere
 

Madrid. Infomadrid, 25-02-2017.- Cuando fue creado cardenal a finales del año pasado, el arzobispo de Madrid, Carlos Osoro, recibió el título cardenalicio de Santa María en Trastévere. Este sábado, a las 20:00 horas, tomará posesión de la misma en el transcurso de una Eucaristía en la que lo acompañarán representantes de la Comunidad de Sant'Egidio, que tiene encomendado el templo.

Al día siguiente, este domingo, 26 de febrero, el cardenal Osoro conocerá varias de las iniciativas que la comunidad fundada por Andrea Riccardi mantiene en Roma. Visitará la basílica de San Bartolomé en la Isla Tiberina, santuario de los nuevos mártires de los siglos XX y XXI; así como un centro para extranjeros de la mano de Daniela Pompei, responsable de los corredores humanitarios de Sant'Egidio, y una casa-hogar para enfermos terminales.

Por su interés, adjuntamos la homilía del cardenal Osoro en italiano, embargada hasta el momento de su pronunciación esta tarde. También incluimos la traducción de la misma


Homilía en italiano

Cari fratelli cardinali, arcivescovi, vescovi, parroco di questa comunità cristiana, Comunità di Sant'Egidio, fratelli e sorelle:

Vorrei iniziare, ringraziando Dio per la grazia che il Santo Padre, Papa Francesco, mi ha concesso nel farmi dono del titolo di cardinale di Santa Maria in Trastevere, incorporandomi così alla Chiesa di Roma, come cardinale presbitero. Grazie a tutti coloro che siete parte di questa comunità parrocchiale, e grazie tante in particolare alla Comunità di Sant'Egidio, con la quale ho desiderato lavorare per l'annuncio del Vangelo dai miei inizi nel ministero sacerdotale ed episcopale. Nella diocesi di Madrid, ho sentito la sua vicinanza e l’aiuto che rendono al mio ministero nella proclamazione della Buona Novella ai più poveri. Ora il Signore mi dà la grazia di vivere questa incorporazione alla Chiesa particolare di Roma, con il dono che mi fa il Santo Padre di questo titolo come cardinale presbitero. Così possiamo essere ancora più vicini a quelli che hanno vissuto gli origini di questa comunità che cerca di rendere vera la cultura dell’incontro, de servire sempre i più poveri, nelle circostanze più avverse che ostacolano i rapporti fraterni tra gli uomini.

Oggi devo chiedervi di aiutarmi a realizzare in veritá quello che così bene ci dice il Salmo 61 che abbiamo pregato, "riposa soltanto in Dio". E 'vero, solo da Lui ci viene la salvezza, Lui è la roccia sulla quale siamo in grado di gettare le basi della vita e delle relazioni tra gli uomini. Egli ci dona e ci fa vivere nella speranza. Egli ci pone in sicurezza. In Lui troviamo il sollievo del quale tutti gli esseri umani hanno bisogno per vivere e lasciar vivere a tutti coloro che sono nel nostro ambiente, e rendere questa umanità una grande famiglia, la famiglia dei figli di Dio.

Per la prima volta vengo a questa parrocchia a predicare il Vangelo. Vorrei avvicinare il vostro cuore alla Parola di Dio che abbiamo proclamato e, dopo averla accolta nel mio cuore, credo che il Signore ci offre tre dimensioni:

Primo: Dio non dimentica gli uomini: Che gioia producono nel cuore dell'uomo le parole che abbiamo ascoltato poco fa! Mai pensare che Dio ci dimentica. È l'essere umano che spesso con il suo egoismo, con la ricerca del potere, per non proteggere e difendere la dignità che Dio gli ha dato, lo ignora. Ma avete sentito chiaramente per mezzo del profeta Isaia, la domanda di Dio: "può una mamma dimenticare il suo bambino, non commuoversi per il figlio delle sue viscere?". Risponderemo sempre che una madre non può. Ma Dio va ben oltre, anche se la madre dimenticasse, "Io non ti dimenticherò". Non ci lascia mai soli e all'intemperie, ci dà quello che ci serve, ci dà la Sua propria dignità, ci ha fatti a sua immagine (Cfr. Is. 49, 14-15).

Secondo: Siamo servi e amministratori della Vita, della quale ci ha fatto dono in Gesù Cristo: dobbiamo dare un volto umano a Gesù Cristo in tutti i percorsi lungo i quali transitano gli uomini. È Gesù Cristo che deve dare vita a ciò che è talvolta nascosto nel buio. Quello che chiede a noi è la consegna di noi stessi, il servizio, la pace, la riconciliazione, la giustizia di Dio. Spesso tutto ciò è nelle tenebre e appare soltanto l'egoismo, la guerra, lo scarto, l'ingiustizia. Lasciamo con la nostra vita donata, quello che il Signore ci ha dato come grazia e che attraverso di noi, Lui vuole dare a tutti gli uomini. Servire e amministrare la vita del Signore in noi è il nostro compito, ma è al tempo stesso la nostra gioia (Cfr. 1 Cor 4, 1-15).

Terzo: A partire da questa fiducia assoluta e totale in Dio, Lui ci invia nel mondo per annunciare la Buona Novella a tutti gli uomini: Che il regno di Dio sia la cosa più importante nella nostra vita. In questo modo è possibile vivere nell’àmbito della fiducia assoluta nel Padre che veglia su tutti e conosce tutti i nostri bisogni. Ma dobbiamo capire bene il messaggio che ci lascia Gesù. Egli non invita all’irresponsabilità. Egli ci invita ad avere fiducia il che si oppone all'angoscia, alll'ansia, alla voglia di controllare tutto. Affidiamoci all'amore di Dio, continuiamo a lavorare per il suo Regno.

Com’è bello scoprire la chiave del messaggio del Vangelo che abbiamo proclamato! La chiave è ciò che è essenziale per Gesù: "Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia", che è diventare in profondità noi stessi come immagine di Dio e trasformare come immagine del Suo Regno il modello sociale del regno in cui viviamo. Quando viviamo e ci concentriamo sulle cose essenziali, sperimentiamo il Vangelo come Buona Notizia e capiamo la domanda: "a che serve il desiderio di avere se siamo vuoti? A che vale così tanta ansia, se ci manca l'essenziale?" Di qui le parole di Cristo: "Voi non potete servire a Dio e al denaro". Gesù fa un paragone quando dice questo, facendoci vedere il contrasto tra due dei. E non é paragonabile il dio Mammona e il vero Dio che ci é stato rivelato pienamente in Gesú Cristo (Cfr. Mt 6, 24-34).

Il Signore è realmente presente nel Mistero dell’Eucaristia, in questo altare, in un momento. Egli ci chiede di avere fiducia in Lui. Questo incontro con il vero Dio, che ci dice chi è Dio e chi siamo noi, ci domanda oggi: che mondo, quale società, che rapporti tra gli uomini, desideriamo costruire? Egli non dimentica mai l'uomo, ci ha dato la sua vita per servire gli uomini in Lui, con Lui e come Lui, e con la fiducia in Lui osiamo parlare di Lui con parole ed opere a tutti gli uomini. Egli ci offre una via d'uscita: il Suo servizio, servire la Sua causa, per servire con tutte le conseguenze la causa dell'uomo. Santa Maria in Trastevere, prega per noi. Amen.


Homilía en español

Queridos hermanos cardenales, arzobispos, obispos, párroco de esta comunidad cristiana, Comunidad de Sant’Egidio, hermanos y hermanas:

Quiero comenzar dando gracias a Dios por el regalo que el Santo Padre, Papa Francisco, me ha dado al entregarme el título de cardenal de Santa María en Trastévere, incorporándome así a la Iglesia de Roma como cardenal presbítero. Gracias a todos los que formáis esta comunidad parroquial, y muchas gracias a la Comunidad de Sant’Egidio, con la que, desde mis inicios en el ministerio sacerdotal y episcopal, he querido contar para el anuncio del Evangelio. En la diócesis de Madrid he sentido su cercanía, y la colaboración que hacen a mi ministerio en el anuncio de la Buena Nueva a los más pobres. Ahora el Señor me concede la gracia de vivir esta incorporación a la Iglesia particular de Roma, concediéndome a través del Santo Padre este título como cardenal presbítero. Y así poder estar más cerca aún de quienes habéis vivido el origen de esta comunidad, que busca hacer verdad la cultura del encuentro, sirviendo siempre a los más pobres, en las circunstancias más adversas que dificultan las relaciones fraternas entre los hombres.

Hoy tengo que pediros que me ayudéis a hacer verdad lo que tan bellamente nos dice el salmo 61 que hemos rezado: «descansa solo en Dios». Es verdad, solamente de Él nos viene la salvación, Él es la roca en la que podemos poner los fundamentos de la vida y de las relaciones entre los hombres, Él nos regala y nos hace vivir en esperanza, Él nos sitúa en la cumbre de la seguridad. En Él encontramos el desahogo que todos los seres humanos necesitamos para vivir y dejar vivir a todos los que viven en nuestro entorno, y hacer de esta humanidad una gran familia, la familia de los hijos de Dios.

Por vez primera vengo a esta parroquia a predicar el Evangelio. Deseo acercar a vuestro corazón la Palabra de Dios que hemos proclamado y que después de haberla acogido en mi corazón creo que el Señor nos propone tres dimensiones:

Primera: Dios no se olvida de los hombres: ¡Qué alegría introduce en el corazón del ser humano las palabras que hace un momento escuchábamos! Nunca pensemos que Dios se desentiende de nosotros. Es el ser humano el que a menudo, por sus egoísmos, por la búsqueda del poder, por no proteger y defender la dignidad que Dios le dio, se desentiende de Él. Pero habéis escuchado claramente a través del profeta Isaías, la pregunta que Dios nos dirige: «¿Puede una madre olvidarse de su criatura, no conmoverse por el hijo de sus entrañas?». Siempre responderemos que una madre no puede hacerlo. Pero Dios va mucho más allá, aunque la madre se olvide, «yo no te olvidaré». Nunca nos deja solos y a la intemperie, nos da lo que necesitamos, nos entrega su propia dignidad, nos hizo a su imagen (Cfr. Is 49, 14-15).

Segunda: Seamos servidores y administradores de la Vida que nos ha regalado Jesucristo: Hay que dar rostro humano a Jesucristo en todos los caminos por donde transitan los hombres. Es Jesucristo quien tiene que dar luz a lo que a veces se esconde en las tinieblas. Lo nuestro es la entrega, el servicio, la paz, la reconciliación, la justicia de Dios. A menudo todo esto está en tinieblas y aparecen el egoísmo, la guerra, el descarte, la injusticia. Pongamos con nuestra vida entregada lo que el Señor nos ha regalado como gracia y lo que, a través de nosotros, desea regalar a todos los hombres. Servir y administrar la vida del Señor en nosotros es nuestra tarea, pero es a la vez nuestro gozo (Cfr. 1Cor 4, 1-15).

Tercera: Desde una confianza absoluta y total en Dios, se nos envía al mundo a anunciar la Buena Nueva a todos los hombres: Que el Reino de Dios sea lo más importante en nuestra vida. Así es posible vivir en el ámbito de la confianza absoluta en el Padre que vela por todos y conoce todas nuestras necesidades. Pero comprendamos bien el mensaje que nos hace Jesús, no invita a la dejadez y a la irresponsabilidad. Él nos invita a la confianza que se opone a la angustia, a la inquietud, al querer controlar todo. Fiémonos del amor de Dios, sigamos trabajando por su Reino.

¡Qué bueno es descubrir la clave del mensaje del Evangelio que hemos proclamado! La clave está en lo que es esencial para Jesús: «Buscar primero el Reino de Dios y su justicia», que es transformarnos en profundidad nosotros mismos como imagen de Dios y trasformar como imagen de su Reino el modelo social en el que vivimos. Cuando vivimos y nos centramos en lo esencial, experimentamos el Evangelio como Buena Noticia y comprendemos la pregunta, ¿de qué nos sirve el afán de tener si estamos vacíos? ¿De qué nos vale tanto agobio si nos perdemos lo esencial? De ahí las palabras de Cristo: «No podéis servir a Dios y al dinero». Jesús no hace una comparación cuando nos dice esto, haciéndonos ver la contraposición de dos dioses. Y no es comparable el dios Mammon y el verdadero Dios que se nos ha revelado plenamente en Jesucristo (Cfr. Mt 6, 24-34).

El Señor se hace presente realmente en el Misterio de la Eucaristía, aquí en este altar dentro de un momento. Nos pide la confianza en Él. Este encuentro con el Dios verdadero que nos dice quién es Dios y quiénes somos nosotros, nos hace hoy esta pregunta: ¿qué mundo, qué sociedad, qué relaciones entre los hombres, deseamos construir? Él nunca se olvida del hombre, nos ha dado su vida para servir a los hombres en Él, con Él y como Él, y en su confianza nos lancemos a hablar de Él con obras y palabras a todos los hombres. Él nos ofrece una salida: servirlo a Él, servir su causa, para servir con todas las consecuencias la causa del hombre. Santa María en Trastévere, ruega por nosotros. Amén.

Para más información:
Telf.: 91 364 40 50 - Fax: 91 364 40 58 infomadrid@archimadrid.es